Tra l'Agnello di Dio e la miseria non esiste abisso che la misericordia non possa colmare.
Françoise Mauriac
La misericordia è il mistero dell'amore folle, misericordioso, tenerissimo del Padre che trasale di gioia quando vede tornare a casa il figlio lontano e invita tutti a gioire con Lui. Nell'episodio della donna adultera, nel cap. 8 del vangelo di Giovanni, si racconta che alle parole di Gesù: “Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei”, tutti i presenti se ne andarono uno per uno, cominciando dagli anziani fino agli ultimi. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo (cf Gv 8, 7-9). Sant’Agostino commenta: “Rimasero l'uno di fronte all'altro: miseria e misericordia”. Gesù è la misericordia di Dio fatta carne, è Colui che ha il cuore rivolto verso il misero (Agostino gioca con le parole: misericordia contiene i termini miser e cor). Il premio promesso ai misericordiosi è quello di trovare misericordia. Dio darà loro, in pienezza, la misericordia che hanno esercitato. Ma la misericordia è Dio stesso. Di conseguenza, i misericordiosi sono “beati” perch vivranno della vita stessa di Dio, nella sua intimità, avvolti dal suo amore. “Venite, benedetti del Padre mio…” (Mt 25,34). Questa espressione è un'eco di ogni beatitudine. La misericordia salvifica, quella che rende definitiva e piena la nostra beatitudine, è l'amore gratuito e attivo dimostrato verso i nostri fratelli più piccoli che si fanno incontro nella vita quotidiana con le loro necessità. Vale la pena fermarsi su un aspetto particolare della misericordia: “Beati i misericordiosi” si coniuga con il perdono. Perdonare è un atto gratuito, è un dono che noi facciamo a chi ci ha fatto del male. È un atto creativo che ci trasforma da prigionieri del passato in uomini liberi, perchè il perdono non è una re-azione, una risposta vincolata, predeterminata, ma è un atto nuovo, non condizionato da ciò che l'ha provocato. Il perdono è una risposta a una sofferenza che si subisce per mano di un altro, e di un altro dal quale ci aspettavamo amore. Proprio da lui! Proprio da lei! Ogni amore è fragile e può sbagliare. Beati i misericordiosi: per Gesù non si può essere felici se non si usa misericordia. Questo è un nodo fondamentale della visione cristiana della vita: il cristiano non serba rancore e non cerca vendetta, il cristiano perdona. Il misericordioso è disposto a donare il per-dono, a regalare il per-dono, che è un dono gratuito fatto all'altro. Il perdono non è riducibile a un atto singolo, è un processo, un cammino a volte lungo e faticoso. Dobbiamo voler perdonare, rinunciando a ridurre l’ altro al male che ci ha fatto; il perdono è un atto di fede nella bontà dell’altro. Simone Weil, in un suo splendido pensiero afferma: “L’umanità può essere salvata solo da uomini che rifiutano la forza, proclamano con l'attenzione al prossimo, con la compassione verso lo sventurato, che è possibile opporre alla forza una forza più grande, la forza dell’amore. Questi esseri compassionevoli, per i quali gli uomini esistono davvero, provocano la discesa di Dio, perché il bene che è in Dio, che è Dio, può solo scendere e manifestarsi per loro tramite. Infatti Dio sarebbe assente dal mondo, se non ci fossero quelli in cui vive il suo amore. Essi devono dunque essere presenti al mondo attraverso la misericordia. La loro misericordia è la presenza di Dio quaggiù”. E allora, beato, felice chi può contare su un cuore misericordioso, accogliente e compassionevole; beato, felice chi può confidare nel sostegno di un amico sincero e premuroso; beato, felice chi sa di essere perdonabile e cosa significa essere perdonato… Certo, chi sperimenta questa misericordia, questa carità è beato, ma ancor di più lo è chi la offre. Oggi più che mai siamo chiamati a fare agli altri quello che vorremmo fosse fatto a noi!
(rubrica a cura di fr. Vincenzo Caprara, O.P.)