
Se leggiamo il vangelo della liturgia di oggi ci rendiamo conto che Gesù non propone una verità comprensibile o accettabile da tutti, Egli è la Verità! Una verità che sorpassa infinitamente quello che la "religione dei religiosi" da per assodata. Bisogna sempre mettersi in ascolto del maestro, tant'è vero che la Chiesa da sempre approfondisce i misteri della fede non dando mai nulla per scontato.
Scrive Don Luigi M. Epicoco nel suo commento al Vangelo di oggi: "...Egli non è un teologo sopraffine, è molto di più: Egli è Dio stesso. "In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono". Come si può immaginare questa affermazione chiude il discorso e apre una reazione: "Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui". Eppure Gesù non può fare a meno di varcare quel confine. Ancora oggi attraverso questo vangelo tenta di dirci che il cristianesimo non è una teologia dove ci si ritrova tutti più o meno d'accordo. Il cristianesimo è Gesù stesso, perché Egli è Dio. Dire "Gesù è il Signore", significa racchiudere tutto ciò che è la fede cristiana. Finchè non accetteremo che Gesù è il Figlio di Dio, continueremo a trattarlo da filosofo, da maestro zen, da dispensatore di ricette morali, da profeta, da esempio, e da tante altre cose umanamente bellissime. Ma Lui è innanzitutto Dio. Dobbiamo però aspettarci che la reazione a un'affermazione simile riempia di pietre le mani di chi non riesce ad arrendersi a qualcosa di così grande. È insopportabile per i nostri ragionamenti poter accettare che c'è qualcosa di più grande di essi. Eppure aveva ragione il filosofo Pascal a dire: "L'ultimo passo della ragione è il riconoscere che vi sono un'infinità di cose che la sorpassano. Essa è proprio debole, se non giunge fino a conoscere questo". Tutte le eresie sono nate per questa difficoltà: non potendo comprendere tutto, ogni tanto qualcuno ha assolutizzato una parte della verità facendola entrare nell'ovvio della testa ma non della realtà."
Dunque è necessario capire che essere credenti significa entrare, in punta di piedi e tenendoli ben piantati a terra, in un mondo dove non solo la logica ne fa da padrona. Anzi proprio questa deve lasciare il posto, inevitabilmente, alla non-logica, alla fiducia perché quella di Gesù è una parola che rompe i compromessi con i nostri schemi mentali e ci invita a fare un salto nel buio dove, Lui in persona, ci aspetta per rivelarci le verità della fede.
Fede come fiducia, fede come progresso, fede come superamento di noi stessi e delle nostre false sicurezze, per abbracciare le Sue e far sì che queste illuminino il cammino di ogni giorno.