Pagine

Pagine

sabato 16 marzo 2019

Domenicani: Trasfigurati dalla Bellezza

Trasfigurati dalla Bellezza

Sulla parete della cella n° 6 nel dormitorio dei frati domenicani a San Marco, Fra Giovanni Angelico, ”il protagonista del Paradiso” (Elsa Morante) dipingeva una scena di ottima speranza, e con il suo pennello l’artista domenicano racconta la teofania della Trasfigurazione creando un’epifania di bellezza divina.

La Trasfigurazione di Gesù fu proprio un bellissimo evento “audiovisivo”. I tre discepoli andavano con Gesù, camminando sulla via della bellezza che li portava al monte, per essere testimoni di un’esperienza unica. Pietro fu il primo a parlare: “Maestro è bello per noi essere qui!”. Però, il paradosso di quest’esperienza della bellezza divina, è che loro avevano visto ma ancora non avevano capito! Basta pensare che pochi giorni dopo mentre Gesù pregava nell’orto del Getzemani questi stessi discepoli dormivano. 

L’affresco della Trasfigurazione fu dipinto per il frate che viveva in quella cella, e secondo le regola domenicana nessun’altro poteva entrare. Quindi, quest’immagine aiutava il frate a pregare e contemplare e lo portava ad un incontro personale con la bellezza divina. Oggi invece, possiamo entrare tutti nello stesso ambiente, e il Beato Angelico ci invita a partecipare alla scena. Possiamo essere insieme a Pietro, Giacomo e Giovanni, per immergerci nella luce splendente, sicuri che la vera bellezza ha sempre il potere di trasfigurare e cambiare l’uomo.

Secondo San Giovanni Paolo II, “la Trasfigurazione è il mistero luminoso per eccellenza” (Rosarium Virginis Mariæ). La luminosità della figura di Gesù brilla per mezzo di una luce splendente e conferma le sue parole: “Io sono la luce del mondo, chi segue me non cammina nella tenebre.” Inanzitutto, i frati domenicani sono sequaci di Gesù Cristo, e a San Marco Fra Angelico con le sue immagini luminose, esortava i suoi contemporanei alla contemplazione e a seguire Gesù, camminando sempre nella luce della fede.

Viviamo in un mondo che spesso viene sfigurato, e le immagini che guardiamo giorno dopo giorno tramite i diversi mass media non sono sempre immagini di bellezza, anzi, sembra che spesso la bruttezza vinca la lotta del mondo visivo. Nonostante la bruttezza attuale della vita quotidiana c’è sempre la bellezza che è molto più forte e potente. La bellezza trascende e supera qualsiasi tipo di bruttezza, quindi, dobbiamo aprire i nostri occhi per riscoprirla ed apprezzarla.

Forse la frase di Sant’Agostino “tardi ti ho amato bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato!” (Confessione 10, 27) ci esorta a sbrigarci per riscoprire l’importanza della bellezza nella vita quotidiana. Però, non è mai troppo tardi! Gesù è sempre con noi e ci aspetta, e il suo invito "Venite a me voi tutti, che siete affaticati ed opressi" è anche un invito a condividere la vera bellezza che ci offre. La Trasfigurazione di Gesù è anche una prefigurazione della sua Passione e Morte.     

Nell’affresco angelicano, Gesù sta in piedi sopra un monticello a braccia aperte, e la sua figura è crociforme, significando l’anticipo della Crocifissione. Le braccia però sono aperte anche per accoglierci. Egli ci invita ad andare, quindi, dobbiamo avviciniarci a Lui sopratutto per vederlo ed ascoltarlo. La voce del Padre che esortava i discepoli ad ascoltarlo è un’esortazione per ciascuno di noi. Possiamo ascoltarlo in qualsiasi momento della vita, sia nei momenti gioisi che in quelli dubbiosi e tenebrosi.

Il Beato Angelico è il protagonista della bellezza ed egli ci guida sulla via della bellezza (via pulchritudinis). Il suo racconto della Trasfigurazione è un’epifania di bellezza. I vangeli raccontano la stessa storia con alcune piccole modifiche: [...] “il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce” (Matteo); [...] “e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche” (Marco); [...] “cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante” (Luca). Tutti parlano della luminosità della scena e sopratutto dello splendore delle sue vesti. Parlando del Beato Angelico come pittore religioso Papa Pio XII diceva: “La luce stessa che sparge nello spazio e sui personaggi non è misurabile tanto dalla quantità, quanto dalla qualità di purezza: luce, per quanto è possibile, celeste” (Discorsi di Pio XII papa, 20 aprile 1955). La luce dell’affresco angelicano è una luce celeste, una luce che illumina il nostro cammino verso Dio.

La vera luce che è Gesù è anche la bellezza vera, ed Egli vuole illuminarci e cambiare le nostre incertezze, i nostri dubbi e le nostre paure nella certezza di una vita nuova e trasformata. Il messaggio centrale della Trasfigurazione di Gesù è la Buona Novella, il lieto annunzio, cioè se lo seguiamo fedelmente, abbiamo la certezza di essere trasfigurati, perché un giorno lo vedremo come egli è, non dipinto, né fotografato, né disegnato, ma lo vedremo faccia a faccia in tutta la sua bellezza e luminosità. Credo che quel momento sarà il momento luminoso per eccellenza, e questa è la vera bellezza della nostra gloria futura.

Preghiera: 
Per un dono meraviglioso del tuo amore, o Dio, 
il beato Giovanni Angelico ha contemplato e insegnato
con fervore operoso i misteri del tuo Verbo. 
Per sua intercessione conduci anche noi,
che già ti abbiamo conosciuto per la fede,
a contemplare la bellezza della tua gloria.
Per Cristo nostro Signore. Amen. 
(Liturgia delle Ore)

fr. Michael Dunleavy, O.P.