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venerdì 27 aprile 2018

Walter Kasper: Comprensione teologica dell'uomo

Un saggio di grande levatura quello che ci viene suggerito da una lettrice del nostro blog. Prendetevi del tempo, leggete con calma ed "assaporate" il contenuto.

Prospettive di antropologia biblica
“Che cos’è l’uomo?” si chiede il Salmista (Sal 8,5; 144,3), e da Socrate in poi se lo chiedono i pensatori greci che hanno gettato le basi della nostra cultura occidentale. Si può dire, a giusto titolo, che nel quesito “Che cos’è l’uomo?” emerge ciò che caratterizza la nostra civiltà occidentale. La cultura occidentale, più di ogni altra cultura, pone l’uomo al centro del proprio pensiero.
Nella Bibbia troviamo, in concreto, che nel suddetto Salmo 8, la domanda sorge a proposito della grandezza e dello splendore del creato. Ovunque, in terra come nel firmamento, il Salmista ravvisa qualche cosa della maestà e della gloria di Dio. Lo colpisce in modo particolare la contemplazione della volta del cielo. L’uomo si rende conto di essere infimo nei confronti dell’universo, come un verme, minuscolo come una cavalletta (Is 40,22). Eppure – ed è questa la novità dell’esperienza sia biblica che greca della verità – egli non è una nullità, non un semplice granello di sabbia né un soffio subito svanito. Al contrario, proprio al cospetto della grandezza dell’universo risalta la grandezza, il miracolo e il mistero della sua esistenza. Egli sa di essere il coronamento delle opere di Dio...