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domenica 8 aprile 2018

Don Nazareno Galullo: Ho poca fede come Tommaso, oppure ho paura come Pietro?

Se non vedo non credo! Eh si, chissà quante volte, magari senza troppo dirlo in giro, lo abbiamo pensato anche noi. Magari quando abbiamo pensato che in quella situazione ci avrebbe aiutato Dio...e invece nulla.
Se vedessi qualche miracolo, probabilmente crederei. In molti la pensano così. Forse anche tu. Vorresti vedere il pane dell'Eucaristia (l'Ostia) trasformarsi in carne...e il vino trasformarsi in sangue. Oppure un paralitico che di colpo cammina. Oppure un cieco che inizia a vedere.
Eppure, ti garantisco che non sarebbe quello a darti la fede. Anche quelli che hanno visto "risuscitare" Lazzaro (tornare in vita, a dire il vero!) non solo non hanno creduto, hanno pure ucciso Lazzaro.

No, carissimi, la fede non è propriamente un vedere per credere. Piuttosto è un Credere per Vedere. Sì, perché si crede non sulla base di ciò che si è visto, ma sull'esempio di una vita.
Cioè, Pietro, tanto per prendere un esempio dagli apostoli, sicuramente dopo la morte di Gesù (un codardo, perché dopo averlo rinnegato non ha nemmeno la faccia di stare sotto la croce con Maria Santissima) si è rifugiato nel cenacolo per paura. La paura è proprio il contrario della fede. Se hai fede ti fidi, se hai paura ti nascondi, oppure denigri quelli che credono. Diciamo che Pietro per paura sta lì. Poi Gesù gli appare....entra nel Cenacolo e anziché dire: "brutti disgraziati, che non avete creduto a tutte le mie parole, che non credevate che io ero il Figlio di Dio il Cristo, che non avete nemmeno pregato un'ora per me, che sotto la croce non c'eravate perché eravate fifoni...brutti cattivoni e mentitori...che siete fuggiti nel momento in cui un amico aveva più bisogno...proprio voi....ECCOMI QUA ed ora vi darò tante tante botte, così sentirete che io sono risorto davvero e che le botte vi faranno un male fisico e vero (e non spirituale :-))".
Gesù non ha nemmeno pensato queste parole...piuttosto si è presentato nella pace. Sì, perché di quella pace avevano bisogno.
Torniamo a Pietro. Pietro, dopo l'esperienza di essere stato "graziato" da Gesù (è questa la misericordia di Dio) va a predicare senza paura, esce da quel Cenacolo di tristezza e di paura e va verso le folle giudaiche senza la paura di dire apertamente e di puntare il dito: "...voi avete ucciso Gesù il Cristo, che è Risorto e io l'ho visto". Pietro andrà in giro a predicare senza paura...e quando sarà minacciato di morte (avrebbe dovuto cioè ammettere sotto pena di morte di dire il falso nel predicare che Gesù era veramente Risorto,) non avrà assolutamente paura di questa minaccia. Ebbene, Pietro davvero morirà...e questa morte atroce dirà più cose delle parole predicate: che veramente Cristo era risorto e che niente e nessuno, neppure la morte, avrebbe potuto fargli rinnegare Gesù.
Cosa pensate abbiano fatto quelli che hanno ascoltato Pietro predicare il Cristo Risorto? Vedendo la sua vita e le sue sofferenze, e il suo atteggiamento di fronte a quelli che lo minacciavano di morte...e non avendo avuto paura di morire....quelli che lo hanno ascoltato, pur senza aver visto le cose che sicuramente Pietro raccontava, gli hanno creduto.
Quindi, deduzione: si crede non per aver visto miracoli, ma per aver visto dei testimoni.
Amici, questa è l'evangelizzazione: un raccontare cose non viste ma di cui si ha una certezza unica, per il fatto di averle ascoltate da testimoni senza paura di morire.

Altro che il vedere..., il toccare...e il sentire.
Tommaso allora chi è? E' proprio la persona qualunque che, non avendo visto, vuol vedere per credere. In fondo non si fida degli altri apostoli. E' un po come noi, quando non ci fidiamo del Papa che ci parla, di un credente che ci racconta della sua esperienza di conversione, di una persona che ha in un qualche modo incontrato Cristo nella sua vita e ce ne fa parte raccontandoci di come era diversa la sua vita prima di incontrare Gesù e di cambiare vita.

Tommaso, Tommaso....metti qua le tue mani e tocca. Mamma mia che schiaffone morale a Tommaso da parte di Gesù. Sì, perché Gesù era (è) veramente Risorto e non ha timore di farsi toccare, di farsi vedere. Rafforza così anche la fede di quel poverino che, forse per impegni, non era presente in quel momento.
Gesù non disprezza chi ha il desiderio di vedere per credere. Non dice: poveri voi che volete vedere per credere. Ma dice: beati quelli che pur non avendo visto crederanno. Cioè beati noi se la nostra fede non si fonderà sulle cose viste, ma sulle esperienze fatte anche se non fisicamente parlando.
Quanti di voi potrebbero raccontare la propria esperienza di fede...senza aver visto? Sicuramente tutti noi dovremmo essere tra quelli che non hanno visto (a meno di non aver tra voi che leggete qualche immortale...presente ai fatti di Gesù :-) ma non è possibile!!!).

Abbiamo bisogno, cari amici ed amiche, di ascoltare il più possibile i Testimoni di quei fatti, la loro storia, la loro storia anche di martirio vissuto senza paura. Questa è la fede che si trasmette, una sorta di contagio.
Eppure, quanti martiri non hanno visto, ma hanno creduto fino alla fine. Perché? Perché erano in contatto con la propria persona, con il profondo della propria persona, con il loro spirito, la loro anima. Sì, perché è lì che si gioca la nostra fede. Una fede ovviamente non sulle nuvole, ma con i piedi per terra.
Perché per fede si fanno cose che non si farebbero per nulla al mondo. Per fede si ama con tutta la propria vita. Per fede due persone si prendono come sposi e vanno avanti finché morte non li separi. Per fede si può lasciare tutto per dare il proprio tempo ai poveri; per fede si possono lasciare le proprie comodità per andare in missione laddove non ci sta nulla...ma ci sono persone che hanno bisogno di ascoltare un testimone di Cristo

Pensaci un po: anche tu potresti essere un testimone di Cristo. Pur non avendolo visto, hai però un cuore...e nel tuo cuore (anima, spirito...interiorità) hai potuto fare una esperienza di Cristo. Un giorno hai sentito che quella Parola di Dio annunciata durante la Santa Messa o durante un incontro di catechesi, o durante uno strano incontro con qualcuno che ti parlava della sua conversione, o durante un incontro di preghiera, o...durante un momento di strana solitudine...hai percepito che Gesù era davvero presente vicino a te, molto vicino. Hai fatto una esperienza di Cristo vivo, e non di Cristo morto e sepolto. E Cristo, siccome è Risorto, è vivo, vivo, vivo.

Anche tu, allora, pur non avendo visto, puoi essere un testimone per tanti altri. Forse nemmeno per quelli lontani in terre sperdute, ma per la tua famiglia, per quegli amici che incontri sui viali, al bar, in disco, al pub, a scuola, a lavoro. Un testimone non ha paura di non essere creduto: ha fede, e nella fede trova la forza di dire quello che gli altri magari non si aspettano.
Magari ci fossero più giovani coraggiosi nel dire e testimoniare la fede! Sarebbe davvero un mondo esplosivo di fede, dove tanti giovani, anziché perdere tempo nelle cose di questo mondo che passano e finiscono, magari farebbero scelte più belle e più significative. Ma, anche in questo, la libertà della coscienza resta il più grande dono di Dio misericordioso. Speriamo però che in tanti si sappia vincere le paure, si sappia fare scelte coraggiose e controcorrente....facendo "toccare" con mano la propria fede ai tanti tommasi...sparsi qua e là dappertutto.