Pagine

Pagine

sabato 31 marzo 2018

Don Sergio Massironi, Osservatore Romano: Come atleti. Meditazione sulla settimana santa

Per chi ha tempo e, non perde tempo, sottopongo questo articolo di don Sergio Massinori che ci viene suggerito da chi sta collaborando attivamente a questo blog.
Colgo l'occasione per ringraziare tutti quelli che stanno inviando materiale da condividere con tutti voi lettori. Lo scopo di questo blog è proprio questo: creare una rete di collaboratori con l'unico scopo di fare "cultura religiosa" di un certo genere. Più ne siamo, più avremo modo di toccare una rosa di interessi molto ampia che possa aiutare tutti a riavvicinarsi a Dio, alla Chiesa, alla fede testimoniata.
Quindi diffondete l'iniziativa a chi può essere interessato e, come agli inizi della chiesa nascente, annunciamo la "buona notizia". Grazi di cuore P. Paolo
"Tener «fisso lo sguardo su Gesù» è nel Nuovo Testamento la chiave di una giovinezza che fa «correre con perseveranza». Come in una grande maratona, l’autore della Lettera agli Ebrei vede Gesù davanti dare a tutti il passo, cioè quell’andatura che rende possibile arrivare al traguardo senza venir bruciati dalla fatica. Avere gli occhi su di lui impedisce lo sconforto, dà il giusto ritmo, abilita a mete straordinarie chi ben presto prova la tentazione di lasciare." 
"Il dono della settimana santa, nell’immagine molto greca di un Gesù maratoneta, ha di mira il perdersi d’animo da cui è tentato chi ha iniziato a correre. Seguirlo è trovare il nostro passo, esser resi capaci di ciò che vogliamo. Averlo davanti modera l’irruenza dei primi chilometri, insegna agli entusiasti la regolarità, porta alla fedeltà, rimotiva nella stanchezza, incoraggia e fa compagnia. La Parola di Dio agisce se le concediamo di raggiungere le zone grigie di rassegnazione che paralizzano esperienze in cui eravamo dapprima partiti con molto slancio e amore. Forse il desiderio di una vita donata generosamente si è spento, mortificato dalle prove o da alcune sconfitte. È mancato il fiato. Oppure progetti particolari cui ci si è sentiti chiamati, amicizie in cui si era investito, impegni cui una forte attrazione aveva motivato: quale esperienza umana non finisce col mettere alla prova, al punto di volerla lasciare?"